Una nave e due voli charter dalla Sardegna per partecipare alla manifestazione di Roma organizzata dalla Cgil per dire no alle politiche del governo Renzi sul lavoro. Grande partecipazione dall´Isola
CAGLIARI – Anche la Sardegna è a Roma. Oggi è, infatti, l’attesa giornata della manifestazione nazionale della Cgil che è iniziata dalle 10.30. Sabato di protesta contro le scelte del governo Renzi in materia di lavoro, dal “Jobs act” agli altri provvedimenti e soprattutto alle mancate scelte per ridurre il precariato e la crescente disoccupazione. Titolo dell’appuntamento in Piazza San Giovanni è «Lavoro, Dignità, Uglianza. Per cambiare l’Italia» Tantissimi anche i sardi che si sono recati nella Capitale per far sentire la loro voce.
2500 Pullman, 10 treni speciali e, soprattutto, una nave e due voli charter dalla Sardegna. Per adesso si contano già intorno alle 100.000 persone, ma la Confederazione pensa di portarne almeno il doppio. Presenti nel corteo i “dissidenti” del Partito Democratico: Stefano Fascina, Pippo Civati e Gianni Cuperlo. Mentre la porzione democratica più vicina al premier nel weekend è impegnata con la manifestazione alla stazione Leopola di Firenze. Scelte differenti che, in queste ore, hanno dato vita a numerose polemiche. A Roma ci sarà anche Sinistra Ecologia Libertà Sardegna. “Una delegazione di compagne e compagni ha condiviso la traversata in nave con il popolo di lavoratori e giovani studenti che dall'Isola porta a Roma la voce di territori in grande sofferenza”, fanno sapere da Sel. Tra i presenti in nave Luca Pizzuto (coordinatore Sel Sardegna, consigliere regionale), Matteo Massa (responsabile organizzazione del partito) e Matteo Sestu (coordinatore Sel nel Sulcis, consigliere comunale di Carbonia).
Intanto tra i numerosi sardi che oggi saranno a Roma è forte la rabbia per la condizione in cui versa la regione. Il peggior momento dal dopoguerra ad oggi. «Non possiamo più sopportare tale condizione – afferma un manifestante di Cagliari oggi nella capitale – la nostra Terra è utilizzata solo come bacino di voti per fare eleggere parlamentari e altri politici, ma poi non c’è nessun sostegno ai problemi dell’Isola che vede tutti i suoi giovani e anche non giovani andare via per cercare un lavoro».
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