L´associazione Progetto Comune aderisce e si fa promotrice a Villacidro dell´iniziativa lanciata dall´Associazione Medici per l´Ambiente (Isde Italia) che mira all´impugnazione davanti alla Corte Costituzionale del decreto cosiddetto “Sblocca-Italia”
VILLACIDRO - L'associazione Progetto Comune aderisce e si fa promotrice a Villacidro dell'iniziativa lanciata dall'Associazione Medici per l'Ambiente (Isde Italia) che mira all'impugnazione davanti alla Corte Costituzionale del decreto cosiddetto “Sblocca-Italia”. «Vivendo in una regione che non può più permettersi il lusso di rimanere indifferente di fronte a certe imposizioni governative, e schierati a difesa di ambiente e salute, abbiamo deciso di muoverci concretamente e promuovere l'azione a livello comunale».
«Allo scopo - fanno sapere da Progetto Comune - abbiamo sottoposto al Sindaco di Villacidro la richiesta di un atto deliberativo, nel quale il Consiglio Comunale chieda di impegnare il Governatore della Regione a impugnare la legittimità dei decreti davanti alla Corte Costituzionale. La recente approvazione del decreto denominato “Sblocca-Italia”, assieme al precedente “Destinazione Italia" e ad altri ad essi collegati, pone a rischio il futuro sostenibile del territorio e genererà un incremento del rischio ambientale e sanitario per numerosi cittadini Italiani».
«Ricordiamo che in tali provvedimenti sono previste misure che favoriscono compagnie e società petrolifere o di ricerca geotermica in danno alla tutela ambientale e sanitaria dei residenti, negando la possibilità di autodeterminazione dei territori e delle Comunità, che vedono espropriato il diritto di esprimersi sull’utilizzo del proprio territorio da parte di soggetti privati; mettono a rischio le procedure di bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati; minacciano il diritto all’acqua come bene pubblico non privatizzabile; sostengono la pratica dell’incenerimento dei rifiuti, muovendosi in direzione opposta a recenti direttive e tendenze Europee e in contrasto con una gestione sostenibile dei rifiuti che dia priorità al recupero di materia rispetto al recupero di energia; espropriano le pubbliche amministrazioni (Comune, Regione) del potere politico-autorizzativo, in violazione di principi Costituzionali e di specifiche sentenze della Corte Costituzionale».
«Ad oggi decine e decine di Comuni italiani hanno già espresso con delibera consiliare la propria contrarietà al Decreto e la volontà di ricorrere alla Consulta. In Sardegna molti dei comitati eco-territoriali presenti in tutta l’isola si stanno mobilitando per sensibilizzare gli amministratori: alcuni di loro hanno già deliberato e molti altri stanno accingendosi a farlo. Alla nostra richiesta, il sindaco Teresa Pani ha ritenuto di effettuare i necessari approfondimenti, allo scopo di valutare l'iniziativa, e di prevederne l'eventuale discussione durante il prossimo Consiglio Comunale».
«Vogliamo anche sottolineare come per la Sardegna questa iniziativa sia particolarmente importante oltre che per la difesa dell'ambiente e della salute, perché va nella direzione di tutelare le prerogative di autonomia amministrativa e le peculiarità riconosciute alle Regioni ad autonomia speciale, come ribadito nella recente sentenza della corte costituzionale emessa su ricorso presentato dalla Regione siciliana».
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