Dai primi di gennaio l’Enas, l’ente cioè che gestisce le dighe del nord Sardegna, ha ridotto dell’80 percento il volume d’acqua destinato alla Nurra, il che non consente agli agricoltori di programmare la coltivazione primaverile. Il Consorzio di Bonifica della Nurra denuncia il caso
SASSARI – Da dicembre ad oggi i coltivatori della Nurra hanno fatto i salti mortali per cercare di irrigare i propri campi e curare le piantagioni, minacciate dall’assenza di piogge. A partire infatti dai primi di gennaio l’Enas, l’ente cioè che gestisce le dighe del nord Sardegna, ha ridotto dell’80 percento il volume d’acqua destinato alla Nurra, a causa dei bassi livelli dei bacini, lasciando dunque che i coltivatori si spartissero il 20 percento dell’acqua disponibile.
Una goccia, se si pensa ai cinquemila ettari di campo da irrigare giornalmente, sufficiente a malapena a “dissetare” mille ettari, come fatto notare dal presidente del Consorzio di bonifica della Nurra Gavino Zirattu. Una situazione questa che i coltivatori non riescono più a gestire e che rappresenta una vera minaccia per la coltivazione stagionale. «Ad oggi avremmo dovuto già programmare la campagna irrigua, ovvero i raccolti primaverili, ma di fronte ad una situazione simile e ad una scarsità d’acqua tale risulta impossibile. Siamo molto in ritardo». Questo il commento del vicepresidente del Consorzio Mario Nonne, il quale pretende che la Ragione e l’Enas trovino una soluzione immediata al problema e rassicurino i coltivatori.
«Questi attendono di recarsi dai vivaisti e se non si dice loro in tempi brevi quali piante comprare i danni per l’agricoltura della Nurra e per i singoli coltivatori saranno ingenti, si parla di migliaia di euro – ha poi continuato lo stesso. Ed è proprio per cercare di evitare un simile disastro che Zirattu e Nonne hanno inviato nei giorni scorsi una lettera all’Enas, per informarla della gravità della situazione e spingerla ad interventi tempestivi. Ma nessuna risposta è ad oggi sopraggiunta. Nelle campagne della Nurra ci si aspettava maggiore elasticità da parte dell’Ente gestore delle dighe di fronte alle abbondanti piogge dell’ultimo mese, e invece non solo non c’è stata una elargizione più generosa, ma neanche un tentativo di rassicurazione, di intervento e di risoluzione. «Siamo convinti che l’Enas possa aumentare la percentuale d’acqua destinata alla Nurra e che il suo atteggiamento sia eccessivamente prudente, oltre che dannoso. Entro una settimana ci aspettiamo che la situazione venga sbloccata e che i coltivatori vengano rassicurati- questo l’ultimatum e il commento finale di Mario Nonne.
Nella foto: Mario Nonne
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