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S.A. 13 ottobre 2015
Mugoni e Arenosu: ambientalisti puntano istituzioni
Una richiesta di informazioni ambiantali sullo stato dei luoghi e l´urgenza delle bonifiche: Wwf, Legambiente e Lupi chiedono risposte agli enti coinvolti


ALGHERO - Le associazioni ambientaliste Wwf, Legambiente e Lipu hanno inoltrato al sindaco di Alghero Mario Bruno, all’assessore regionale all’Ambiente della RAS Donatella Spano, all’assessore all’Ambiente con delega alla Protezione Civile del Comune di Alghero Raimondo Cacciotto, al presidente del Parco Regionale di Porto Conte Antonio Farris, al direttore del Parco Regionale di Porto Conte Vittorio Gazale e al direttore dell’Agenzia Laore di Alghero la richiesta di informazioni ambientali sulla situazione di inquinamento nelle pinete di Mugoni e dell’Arenosu nel Parco Regionale di Porto Conte.

Carmelo Spada delegato Wwf Sardegna, Luciano Deriu segretario Legambiente Sardegna e Francesco Guillot coordinatore Lipu Sardegna in un documento congiunto affermano: «Tenuto conto delle abbondanti piogge che nei giorni scorsi si sono riversante anche su Alghero e sulle pinete di Mugoni e dell’Arenosu, una arsa dal fuoco nelle settimane scorse, l’altra devastata dai rifiuti di una discarica pluridecennale, considerato che si tratta di due situazioni di rischio ambientale all’interno del Parco Regionale di Porto Conte che necessitano di progetti di caratterizzazione con conseguenti urgenti interventi di bonifica. Considerato che la pineta dell’Arenosu è ancora ricolma di rifiuti dopo la chiusura del campo rom, nonostante le dichiarazioni rassicuranti dei rappresentanti delle Istituzioni locali e regionali per rapide e sollecite azioni di bonifica, la situazione è rimasta invariata e il sito è ancora gravato da contaminazione ambientale causato dalla presenza di rifiuti di varia natura, nocivi e pericolosi per l’ambiente e la salute umana come l’amianto».

E ancora: «considerato che l’area della pineta dell’Arenosu adiacente al laguna del Calich è di proprietà dell’agenzia regionale Laore e si stima che per la completa bonifica occorrano risorse finanziarie consistenti, circa 1 milione e 300 mila euro; che l’area di Mugoni, con i due campeggi sotto sequestro giudiziario, complessivamente si estende per circa 15 ettari andati in fumo per un atto doloso che deve essere definito un "Crimine di natura", che tra i materiali divenuti potenzialmente pericolosi per l’ambiente e la salute dopo il rogo del 20 settembre vi sono auto con gli acidi delle batterie, oli esausti, copertoni, pastiglie dei freni, plastiche combuste, roulotte, bombole di gas e materiali vari e che per la bonifica si stima occorrano 2 milioni di euro».

Fatta questa premessa i rappresentanti delle associazioni ambientaliste Wwf, Legambiente e Lipu chiedono che per le pinete dell’Arenosu e di Mugoni «vengano resi pubblici i risultati delle analisi effettuate dall’Arpas sui suoli, le acque di falda, sulle acque del Calich e nello specchio acqueo prospiciente la pineta di Mugoni ovvero nel mare dell’area marina protetta di Capo Caccia e se gli stessi abbiano riscontrato fenomeni di inquinamento ambientale e se essi si siano diffusi alle aree circostanti». Gli ambientalisti, inoltre, vogliono sapere quali «azioni d’urgenza siano state messe in atto, in attesa degli interventi complessivi di bonifica dei due siti, inoltre vogliono conoscere le caratteristiche del piano di mitigazione del rischio di contaminazione ambientale e le eventuali operazioni di messa in sicurezza della falda acquifera. E’ necessario un quadro completo delle due situazioni affinché le Istituzioni possano procedere alla redazione dei progetti di caratterizzazione a cui far seguire gli interventi di bonifica».

Inoltre i tre rappresentanti regionali delle associazioni ambientaliste sollecitano il comune di Alghero «alla redazione e/o l’aggiornamento del Catasto dei suoli percorsi dal fuoco come prescritto dalla Legge Quadro 353 del 2000, strumento fondamentale che può contribuire a controllare il numero d’incendi dolosi collegati a interessi economici criminali»; rivendicano «le risorse necessarie per effettuare gli interventi, non più procrastinabili, di bonifica dei due contesti compromessi all’interno del Parco regionale di Porto Conte»; e si appellano alle istituzioni locali «per l’attuazione della procedura amministrativa per l’adozione definitiva del Piano del Parco regionale di Porto Conte».
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